venerdì 10 luglio 2009

Da "I fratelli Karamazov"


"Un vero realista, se non è credente, rinverrà sempre in se stesso la forza e la capacità di non credere neppure al miracolo, e se il miracolo gli si presentarà proprio come un fatto inconfutabile non crederà neanche ai propri sensi piuttosto che ammettere quel fatto. E se anche lo ammetterà, lo ammetterà come un fatto naturale, che fino ad allora gli era rimasto ignoto. Nel realista non è la fede a scaturire dal miracolo, ma il miracolo dalla fede. Se egli arriverà a credere, allora, proprio in virtù del suo realismo, sarà costretto ad ammettere anche il miracolo.
L'apostolo Tommaso dichiarò che non avrebbe creduto se prima non avesse veduto, e allorché vide, disse :"Signore, mio Dio". Ma fu il miracolo a indurlo a credere? E' assai probabile di no: credeva unicamente perché desiderava credere, e forse, credeva già pienamente nell'intimo del suo essere anche quando disse :"Non crederò finché non avrò veduto" ".

Da "I frattelli Karamazov", F. Dostoevskij

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