sabato 26 settembre 2009

"Homo sum: humani nihil a me alienum puto" (Terenzio)

Altrimenti detto: Quelli del biliardino rotto.



Pare che, molti anni fa, don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, còlto da santo zelo per amore del Vangelo, abbia rotto, in un oratorio milanese, tutti i biliardini dell'Azione Cattolica.
Questo non per fare un dispetto all'Azione Cattolica, ovviamente, ma per rimarcare che, talvolta, alcuni metodi educativi che scegliamo in buona fede non portano a Cristo, unico motivo di ogni nostra umana fatica, ma rischiano di restare fini a se stessi.
Don Giussani è un "santo" e quindi non abbiamo motivo di dubitare delle sue rette intenzioni.

Ma nella libertà donata ai figli di Dio, ci viene concessa la facoltà di guardare le cose da un'altra prospettiva.
Noi crediamo infatti che ogni azione, ogni umano gesto, anche il più semplice, di amicizia, di condivisione, di festa, di gioco, di svago, se vissuto pienamente, nella libertà e nella gioia, porti a realizzare pienamente la nostra vocazione, che è essenzialmente quella di vivere in pienezza la nostra umanità.

Diventare Cristiani non è "uccidere" quel che siamo e la nostra vita terrena, perché questa sarebbe una bestemmia contro il Creatore. Diventare Cristiani è divenire, in un percorso di progressiva e affascinante scoperta di sé, pienamente ciò che siamo, così come Dio ci aveva sognati fin dall'eternità.
Da burattini a bambini.

Da pezzi di legno inanimati, "ciocchi" buoni solo per ardere nel fuoco, a esseri dotati di un cuore capace di amare.
Ma come faccio ad amare se non imparo a conoscere me stesso, gli altri e a raggiungerli attraverso la mia umanità?
Attraverso la nostra piena realizzazione diventiamo trasparenza delle meraviglie che Dio ha posto in noi e rendiamo così testimonianza alla grandezza del suo amore e alla fantasia della sua potenza creatrice.
Non bisogna aver paura della propria umanità che è dono di Dio e segno tangibile della sua incarnazione.
Non è peccato immaginare che Dio rida spesso.
Ce lo hanno consegnato in una iconografia piena di misteri, di sguardi imbronciati, di fronti corrucciate.
E invece Dio deve avere un gran senso dell'umorismo, altrimenti come ve le spieghereste le scimmie...e anche Totò?
Dio deve proprio avere un sacco di allegria, altrimenti non sapremmo ridere.
Un sacco di fantasia, altrimenti le farfalle nascerebbero senza passare per un bruco brutto e scalcagnato...e noi diventeremmo bambini senza mai essere stati Pinocchio. Facile, ma non avvincente, né esaltante come invece spesso è la vita che ti sotterra sotto un fardello di croci ma dopo un attimo ti solleva in alto sulla brezza dell'infinito, in un volo sorprendente che da solo non avresti mai potuto immaginare, neanche con la più fervida inventiva.
E non è peccato pensare che a Dio piaccia, di tanto in tanto, sfidare i profeti e i santi in una partita a biliardino.
Io mi tengo i biliardini, le chitarre, i bonghi, le partite di pallone, le feste parrocchiali, le canzoni urlate e le risate sguaiate e mi avvio con la mia personale compagnia di matti verso le vette di questa vita prima, e del cielo poi.
Quelli troppo seri, che dicono solo cose serie, che non si sporcano mai le mani per costruire un castello sulla sabbia e hanno le camicie sempre belle stirate perché non sanno cos'è un gavettone...storceranno il naso e proseguiranno sulle loro corsie preferenziali senza semafori, impettiti nelle loro sicurezze.
Io riprendo le strade di campagna, che si inerpicano nei boschi, un po' scomode, ma piene di alberi e di fiori per fermarsi a riposare, bere acqua fresca di sorgente che è il sapore dell'amicizia e a fare quattro risate, prima di riprendere il cammino. Un po' "sporchi"...ma felici.
Io mi avvio. Chi viene?
Con tanto affetto e amicizia. :-)

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